Il cuore del feto non batte più ma i medici si oppongono all’aborto, donna morta

Il cuore del feto non batte più ma i medici si oppongono all’aborto, donna morta

È accaduto nella notte del 23 maggio in Polonia, dove le restrizioni introdotte dalla legge 2019 rendono la pratica dell’aborto quasi impossibile: una donna è morta avvelenata dal cadavere del suo feto di 5 mesi.

Non si espongono i medici sulla questione, si limitano a dichiarare di aver constatato un aggravamento delle condizioni del feto e della madre e di aver monitorato la situazione sempre più complicata, peggiorata “per qualche motivo”.
È la S.a.f.e., la ong che si batte per il diritto delle donne di abortire, a pretendere chiarezza: stando alla legge, se la vita della paziente è in serio pericolo, l’aborto è legale. Non ci si spiega perché i medici non lo abbiano praticato.

L’ennesimo caso in cui il corpo di una donna viene messo in secondo piano, in ordine di importanza, rispetto a quello del feto, privando la “protagonista della questione” della propria libertà di scegliere, della libertà di salvare la propria vita.