
Gli effetti della pandemia sulle nostre vite: ne parliamo con il direttore tecnico della Riabilitazione Psichiatrica della clinica Villa dei Pini di Avellino Dott. Francesco Franza
Dagli studi della redazione della Kokore Media a Piedimonte Matese, è andata in onda in diretta social per Corriere Ce e Medicina Channel l’intervista allo psichiatra Dott. Francesco Franza direttore tecnico della Riabilitazione Psichiatrica della clinica Villa dei Pini di Avellino.
Un incontro che ha avuto come imput iniziale una domanda che, alla vigilia della fine dello stato d’emergenza, comincia a serpeggiare tanto negli ambienti scientifici quanto nell’opinione pubblica:
quali effetti ha avuto la pandemia sulle nostre vite?
«Abbiamo vissuto un’interruzione della nostra storia» con queste parole il Dott. Franza comincia a dipingere un quadro complesso di un presente che ha l’emergenza sanitaria alle spalle, ma che deve ancora fare i conti con gli strascichi di questa pandemia.
GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA SUI GIOVANI
«Nel Marzo del 2020 c’è stata una rottura delle nostre abitudini, un’interruzione della nostra storia. Non potremo mai dimenticare le immagini mandate in onda delle bare portate via dai camion dei militari. La tensione emotiva provata in primis dai parenti delle vittime che hanno dovuto vivere un lutto senza corpo, ma anche la tensione di chi, da un giorno all’altro, si è ritrovato in lockdown, hanno fatto aumentare disturbi d’ansia e depressione»
OPERATORI SANITARI, DA EROI AD UNTORI
«Gli operatori sanitari si sono trovati ad affrontare un periodo molto complesso. Studi hanno evidenziato come all’inizio della pandemia fosse alta la gratificazione della compassione, quando noi vedevamo in loro la figura dell’eroe. A distanza di un anno, quegli stessi studi, hanno dimostrato che la gratificazione della compassione ha lasciato il posto alla fatica della compassione. Ed anche in questo ambito sono aumentati i disturbi d’ansia e la depressione soprattutto negli infermieri»
LONG COVID: GLI EFFETTI DELLA MALATTIA ANCHE DOPO LA GUARIGIONE
«La long covid ha evidenziato come, a volte, una situazione biologica possa determinare una sintomatologia depressiva anche in pazienti ormai da tempo guariti»
DEPRESSIONE: NON CONFONDIAMOLA CON LA TRISTEZZA
«Spesso si tende a confondere la depressione con la tristezza. La depressione ha dei sintomi ben precisi e quando compaiono i primi campanelli d’allarme bisogna chiedere aiuto. In questo i giovani hanno più coraggio di noi. Spesso c’è lo stigma sociale della malattia mentale e gli adulti faticano a chiedere aiuto. I giovani sono più coraggiosi. Bisogna chiedere aiuto, anche perché la depressione si cura, i disturbi d’ansia si curano»
QUALI SONO QUESTI CAMPANELLI D’ALLARME?
«Dobbiamo farci caso, le persone attorno devono farci caso: il compagno di banco, i familiari, gli amici, l’allenatore. I campanelli d’allarme? La riduzione del tono dell’umore da diverso tempo, disturbi alimentari, disturbi del sonno, perdita di interesse per cose che prima ci interessavano»
PANDEMIA COME AMPLIFICATORE
«Cosa succederà tra qualche decennio? I ragazzi sono animali sociali e l’adolescenza è quel periodo che li prepara al mondo adulto. Per cui le conseguenze del lockdown, della chiusura degli ultimi due anni, potrebbero portare ad un aumento delle piscosi e dei disturbi d’ansia»