
Le principali cause che portano le mamme ad accompagnare i piccoli dal dentista sono legate ai sintomi del dolore ai denti. Per anticipare eventuali problemi, è fondamentale la prevenzione che viene eseguita già in tenera età, da zero a sei anni, ed in particolare dalla comparsa dei primi dentini.
Quali sono le cose fondamentali da spiegare ad un bambino ed anche ai propri genitori?
Cura e spiegazione della corretta igiene orale, tecniche di spazzolamento, tipo di dentifricio e corretta alimentazione sono le cose fondamentali da conoscere. Bisogna educare i propri figli alla prevenzione per evitare problemi di salute.
La Rete Nazionale odontoiatri pediatrici afferma che «studi recenti hanno evidenziato come complessivamente la salute dell’igiene orale stia migliorando. È vero?
Sì è verissimo, ma i vantaggi, tuttavia ancora non si estendono ai bambini. Nell’ultimo decennio, causa anche l’alimentazione molto “zuccherina”, l’incidenza della carie, nei bambini tra i 2 ed i 5 anni, è aumentata di quasi il 5%.
Perché bisogna avere cura dei denti “temporanei” dei bambini?
È opinione diffusa che i denti “da latte” dei bambini, essendo temporanei, siano poco importanti e quindi si è portati a trascurarli. Al contrario questi svolgono una funzione fondamentale per la crescita e lo sviluppo dei bambini e del loro apparato stomatognatico. Se si trascurano, possono riempire il cavo orale di batteri minacciando i denti permanenti alla loro comparsa. Inoltre, la carie può determinare anche una caduta precoce dei “dentini” con conseguente alterazione degli spazi e del rapporto tra le arcate dentarie. Questo provoca un disallineamento dei denti permanenti e malocclusioni.
In che modo il gioco a premi da lei introdotto “convince” i bambini a “farsi trattare”?
La tecnica del gioco a premi, nonché quella dell’Attestato di Coraggio, stimolano nei pazienti la collaborazione e la piena partecipazione. Riescono altresì a crescere in autostima sapendo di aver superato egregiamente la “prova poltrona”. Particolare attenzione è poi riservata all’approccio verso il paziente affetto da disturbi dell’età evolutiva, autismo e in generale nei confronti dei diversamente abili.