
I grassi sono stati sempre presenti nella dieta dell’uomo fin dai primordi. Pensiamo solo al maiale, animale “grasso” per antonomasia, che ha giocato un ruolo fondamentale nella dieta dell’Europa medievale ed è ancora tanto presente nelle tradizioni culinarie delle nostre regioni. La paura del colesterolo, invece, è nata negli Stati Uniti agli inizi degli anni ’50: una storia fatta d’interessi economici, industriali e politici che non ha nulla a che fare con la salute della gente.
La demonizzazione di pancetta, uova e burro è stata, infatti, una manna per l’industria degli oli di semi e delle margarine, e successivamente dei cibi dietetici, mentre lo spauracchio del colesterolo lo è stato per le industrie del farmaco. La verità – spiega il dott. Renato Cappelletti – è che 60 anni di ricerche non hanno dimostrato che una dieta povera di grassi saturi naturali allunga la vita, né che alimenti ricchi di colesterolo provocano l’infarto.
Al contrario, studi sempre più numerosi, anche se quasi segretati e sicuramente poco diffusi, stanno dimostrando sempre più la pericolosità dell’uso dei grassi ed oli vegetali estratti mediante processi chimici ed uso di solventi.
Negli ultimi decenni abbiamo fatto di tutto per “sgrassare” la nostra dieta e mangiare male e senza gusto. L’olio extravergine di oliva è stato sovente accantonato perché troppo “gustoso”, il burro e lo strutto sono stati demonizzati, mentre una fettina di pancetta è stata considerata da tutti quasi veleno. Di contro, ci siamo riempiti di fette biscottate, biscotti, crackers “salutistici” che invece sono delle vere bombe ad orologeria per il nostro organismo.
La colazione “italiana” basata sulla brioche è costituita oltre il 90% dei casi da una percentuale altissima di “grassi industriali vegetali”, un vero attentato alla nostra salute. In una brioche da 100 grammi sono nascosti da 30 a 50 g. di grassi “veleno”.
Dottore a cosa dobbiamo prestare maggiormente attenzione per evitare il consumo di alimenti dannosi al nostro organismo?
Quando leggiamo in etichetta “oli vegetali” dobbiamo sapere che gli oli di quel prodotto oli vegetali sono estratti industrialmente mediante l’utilizzo di solventi estremamente tossici, e sottoposti a tutta una serie di processi che alterano profondamente la struttura di alcuni acidi grassi polinsaturi trasformandoli da una forma detta “cis” a forme dette “trans” che il nostro organismo non ha imparato a riconoscere. Questi, introdotti nell’organismo causano un’infiammazione cronica persistente in tutto il nostro organismo.
Negli Stati Uniti da quasi un decennio gli acidi grassi Trans sono stati banditi, vietandone l’uso, mentre in Italia, ne è ancora consentito l’utilizzo senza un’appropriata regolamentazione. Un solo acido grasso trans, infatti, secondo accurati studi, rischia di alterare il nostro equilibrio biologico.
Invece per quanto riguarda l’olio di palma?
Discorso analogo va fatto per l’olio di palma che è estremamente dannoso, in quanto è quasi sconosciuto all’organismo umano, per cui anch’esso altera molti processi biologici, oltre al danno ecologico enorme che questa scelta ha comportato: la distruzione di gran parte della foresta equatoriale del sud est asiatico con la distruzione forse irreparabile di un ecosistema unico al mondo.
Per questi motivi, quando ci si avvicina ad un prodotto alimentare sarebbe opportuno chiedersi, per valutarne l’effettivo valore, se quel prodotto era conosciuto o meno ai nostri bisnonni, in quanto la maggior parte delle malattie cardiocircolatorie sono nate e si sono sviluppate dopo gli anni ’30.